Gentilezza e tecnologia
Cosa c’entra la gentilezza con la tecnologia? Hanno provato a spiegarlo Carlo Mazzucchelli e Anna Maria Palma nel loro e-book, ora disponibile su tutti gli store online, La gentilezza che cambia le relazioni digitali.
Per capire meglio motivazioni e finalità del progetto, ho intervistato Carlo Mazzucchelli, fondatore del progetto editoriale SoloTablet e autore di altri sedici e-book sulla tecnologia e i suoi effetti. Anche l’e-book su cui è centrata questa intervista nasce dalla percezione degli autori che, nell’era tecnologica che stiamo vivendo, sia sempre più urgente e necessario riflettere criticamente sulle tante protesi tecnologiche che utilizziamo. La riflessione può nascere dalla capacità di resistere al meccanismo binario dello stimolo tecnologico e della risposta, esercitando la capacità del dubbio e di elaborare pensiero. Può nascere anche, sostengono gli autori del libro, dalla capacità di essere gentili.
Buongiorno Carlo, perché c’è oggi bisogno di parlare di gentilezza?
L’era tecnologica nella quale viviamo ha imposto la velocità delle macchine come paradigma della vita quotidiana. Si ha sempre fretta, si è costantemente divorati dall’ansia di prestazione, si è tentati dalla costante accelerazione e così facendo ci si trova sempre meno capaci di prestare attenzione a sé stessi e agli altri. Ciò vale nella vita reale così come in quella virtuale, tecnologica e digitale. La gentilezza è una delle tante vittime di stili di vita dettati dalla tecnologia. Una gentilezza non riferita a gesti di cortesia o buone maniere ma a dinamiche comportamentali utili a dare forma a relazioni umane di qualità, prima di tutto con sé stessi e poi anche con glia altri.
C’è bisogno di re-introdurre il tema della gentilezza anche per un altro motivo. Si parla molto di cinguettii violenti e politicamente scorretti, di bullismi digitali, di fake news e altre forme di prevaricazione, molto meno di gentilezza. Eppure di gentilezza c’è un bisogno grande perché alla base di ogni forma di relazione. Il bisogno è tale nella vita reale così come in quella digitale. In entrambe le realtà la gentilezza è semplicemente un modo, né difficile né complicato, di trattarsi bene e di trattare bene gli altri.
Da dove nasce l’urgenza di parlare della gentilezza associata alla vita digitale e tecnologica?
Molti fenomeni emergenti che caratterizzano la nostra società indicano come urgente un intervento maieutico sulla gentilezza, compresa quella che si manifesta nelle interazioni digitali e nelle relazioni sociali online. L’urgenza è dettata dalla difficoltà relazionale e di ascolto, dal proliferare in Rete di cattive pratiche che evidenziano carenza di sensibilità e di attenzione, di comportamenti odiosi e umanamente cattivi, dalla difficoltà relazionale e di dialogo, ma soprattutto dal bisogno grande di trattarsi bene con gentilezza.
Tutti possono facilmente convenire che la gentilezza sia una pratica molto umana, spesso dimenticata dai più, sempre molto utile nel coltivare relazioni autentiche, assertive, compassionevoli e amicali. E’ una pratica che oggi è sempre più mediata tecnologicamente, a causa della pervasività delle macchine tecnologiche nella vita di ognuno, e vissuta attraverso profili digitali, prepotenti alter ego narcisistici con i quali si rincorre una felicità illusoria nelle molteplici vite virtuali che la tecnologia ci regala.
La difficoltà a essere gentili come persone si somma a quella di una gentilezza digitale associata ai nostri profili digitali, entità che hanno vita propria e delle quali spesso abusiamo, con comportamenti che sono l’esatto opposto della gentilezza.
Per questi e molti altri motivi è necessario di parlare di gentilezza, anche nei mondi digitali che tutti frequentano e abitano assiduamente attraverso piattaforme mediali e protesi tecnologiche e cognitive come lo smartphone.
Perché conviene essere gentili e come lo si può fare tecnologicamente parlando?
Essere gentili online è possibile, anzi conviene. E’ un passo necessario per liberarci dalla sudditanza al mezzo tecnologico, dalle sue catene fatte di gratificazioni artificiali, risposte immediate e tante manipolazioni. Si può staccare la spina e ritornare a privilegiare l’incontro umano, faccia a faccia, come occasione di gentilezza, oppure ci si può impegnare nell’esercizio della gentilezza anche online.
Per farlo bisogna recuperare la lentezza che l’interazione digitale non favorisce, l’attenzione verso gli altri (dietro un profilo digitale c’è quasi sempre una persona) ma anche verso sé stessi, forme di educazione dimenticate ma sempre più necessarie, le buone maniere, la capacità dialogica e comportamenti finalizzati a trattarsi e a trattare bene. La gentilezza, anche quella digitale, è un valore ma anche un percorso, un viaggio da compiere, con sé stessi e insieme agli altri. Mettersi in viaggio richiede forti motivazioni.
Ha definito la gentilezza come una modalità relazionale, da non limitare alle forme di cortesia. Ci può definire meglio il concetto e illustrare su quali argomenti vi siete focalizzati come autori?
Sul tema della gentilezza Anna Maria Palma, coautrice si questo e-book, ha già parlato nel suo libro La gentilezza che cambia le relazioni – Linfe vitali per arrivare al cuore. In questo e-book ci siamo focalizzati sulla vita online. Abbiamo preso in considerazione la componente relazionale di una socialità che si esprime in forme di gentilezza. Una gentilezza praticata per dare qualità alla relazione, sia essa personale o professionale e fondata sulla comunicazione non-violenta e sull’empatia. Una gentilezza studiata nelle varie modalità nelle quali si manifesta, ma anche su ciò che la caratterizza in termini di linguaggio generativo, ascolto efficace e consapevole, capacità di re-imparare a guardarsi negli occhi, recupero dell’attenzione, responsabilità, capacità di gestire le mancanze che avvengono per qualsiasi motivo, e capacità di rafforzare i legami, anche attraverso la tecnologia.
Perché un lettore o un cittadino delle tante realtà tecnologiche e digitali dovrebbe leggere il tuo e-book.
Il nostro mondo, in continuo cambiamento, che produce stress e genera ansie profonde, ha bisogno come non mai di gentilezza, ne ha un bisogno grande e continuativo, nel mondo reale così come in quello digitale online. In un mondo che vede prevalere la sua componente virtuale su quella reale, la gentilezza come azione non può essere vissuta (praticata) solo digitalmente, deve trovare comunque modalità espressive esperienziali anche nella virtualità della Rete e dei suoi mondi.
La tecnologia offre l’opportunità di connettersi con chiunque nel mondo attraverso un semplice click, ma la maggior parte delle persone online continuano a sentirsi ignorate, incomprese, frustrate e scoraggiate oltre che sole e isolate. Invece di vedere e incontrare altre persone abitiamo piattaforme digitali nelle quali i profili con i quali le frequentiamo (semplici ma intriganti oggetti/cose inanimate rispetto ai soggetti umani che li hanno creati), finiscono per assumere vita propria, seguendo le loro algoritmiche aspirazioni, prospettive e finalità (visibilità, reputazione, ecc.).
Nel frattempo ci si dimentica che dietro quel profilo, dietro un display, associato a un click, a un messaggio o a un cinguettio, in realtà ci sono sempre (quasi sempre) persone reali, esseri umani (qualche volta anche un robot…a volte anche un animale che gioca con il tablet del padrone) corporei che agiscono nella loro individualità portatrice di atti di volontà, di scelte e di sempre nuovi bisogni.
Chiunque dedicasse un attimo del proprio tempo a una riflessione personale onesta su sé stesso troverebbe in sé le motivazioni forti per il recupero di forme di gentilezza alle quali si è probabilmente disabituato. Leggendo il nostro e-book potrebbe trovare conferme importanti sulla validità delle scelte già fatte.
Vuole aggiungere qualcos’altro?
Prima di tutto il ringraziamento per avermi offerto questa opportunità di parlare del mio libro. Poi vorrei invitare chi legge ad acquistarlo, soprattutto se è alla ricerca di nuove forme relazionali improntate alla gentilezza: La gentilezza che cambia le relazioni digitali - Tecnologia e social networking gentili.